venerdì 8 aprile 2011

La Pace è una Politica - Donne in nero Bari

Dalle basi militari italiane, tra cui Gioia del Colle e Taranto, partono alla volta della Libia navi e aerei militari con il loro carico di morte nonostante la nostra Costituzione all’art.11 ripudi la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali.
Non è con le bombe che si aiutano le popolazioni già vittime di dittatori e regimi totalitari, né tantomeno si risolvono i conflitti. Vogliamo ricordare a tutte e tutti che non esistono guerre “umanitarie” e che non è possibile “esportare la democrazia” con modalità violente e dolorose che colpiscono soltanto la popolazione civile ed in particolare le donne e i bambini. Per poter salvare le future generazioni dal flagello della guerra, il bisogno di pace non può essere un’invocazione astratta ma richiede di essere manifestato e praticato da tutte e tutti noi.
Noi Donne in Nero di Bari siamo parte di una rete internazionale di donne che da oltre 20 anni manifestano nel mondo contro tutte le guerre e le violenze.
Manifestiamo in silenzio e vestite di nero, il nero come simbolo dei lutti e delle tragedie che tolgono la vita e la parola. Noi chiediamo di porre fine ad ogni intervento armato per dar voce alla politica e alla diplomazia, per dar voce al confronto e al dialogo nel rispetto delle differenze culturali e religiose.
La pace è una politica: chiediamo che venga praticata non con le armi ma con il confronto, la solidarietà, l’accoglienza.

IL NO PIÙ FORTE ALLA GUERRA

Le donne sono pacifiste ‘per natura’? Non lo so. Ma lo spero. So per certo però che la guerra è innanzitutto una scelta politica, di quella politica maschile che sceglie la via breve, e facile, della soluzione dei conflitti attraverso l’equazione altro = nemico, quindi: soluzione del conflitto = eliminazione dell’altro.
E allora forse la pace ha più a che fare con le donne perché abbiamo scelto, scegliendo e decidendo, che la politica non è separata dalla vita, perché il personale è politico e corpi di donne abitano anche lo spazio pubblico, ridefinendolo, segnandolo di una cultura di vita.
E allora: le donne sono pacifiste ‘per natura’? Anche su questo abbiamo molto riflettuto e scritto. Non so, ma lo spero. Ma spero che lo siano anche gli uomini. Che il corpo e la mente della specie umana abbiano trovato tra loro un legame per meglio tutelare la vita, non per dare la morte al proprio simile.
Non sono d’accordo con Kubrick. Non penso, non voglio associare la nascita del pensiero alla scoperta del potere di dare la morte. Voglio pensare che il primo strumento che il pensiero abbia scoperto non sia un osso che diventa un’arma, ma un osso che diventa un utensile per meglio svezzare, allevare, far crescere.
Essere stata a Manduria il 2 aprile, essere qui oggi, è il modo che conosco meglio per il dire il no più forte alla guerra. Appunto, mi viene naturale. Come mi è venuto naturale preparare la mobilitazione del 13 febbraio, perché, ancora una volta, Se non ora, quando?
Adesso e sempre, indisponibili alla guerra e ad una politica tutta maschilista e tutta indegna.
Perché sono la stessa cosa.

Bari, p.zza San Fernando - Sabato 9 aprile 2011, ore 18.30