martedì 23 marzo 2010

Il nostro voto a Magda Terrevoli per una Puglia singolare femminile

"Una Puglia che ama e rispetta l'ambiente, che valorizza le donne, che migliora la qualità della vita dei suoi cittadini e delle sue cittadine, che si apre all'accoglienza e si prepara a realizzarla e a viverla nella quotidianità. In questa direzione ho lavorato fino ad oggi, cercando di sviluppare, come donna e come ecologista, politiche innovative, attente ai territori e aperte alle pari opportunità."
Magda Terrevoli

La Puglia ha bisogno della rappresentanza delle donne, con le loro storie di lotta per la conquista di diritti per tutti. Non disperdiamo tutto quello che con fatica, sacrificio e passione, Magda Terrevoli ha seminato e fatto lievitare nel suo lungo impegno politico. Continuiamo a sostenerla con il nostro voto!

martedì 16 marzo 2010

La Terra è Madre


"Il lievito madre è la matrice da cui prende forma e si sviluppa il pane. Lievito madre, sostanza preziosa, che vive e si rinnova ogni giorno e guai se si ammala perché vivendo dà vita ad altro.
Il lievito madre, lentamente e quasi in segreto, consente al pane di prendere forma. È madre perché è un lievito capace di innescare processi di produzione creativa. Capace di raccogliere e condensare. Di prendersi cura. Creare concatenamenti e risonanze.
Mai materia frettolosa e impaziente che brucia e riproduce, sempre materia calda che disincaglia, apre crepe, alimenta, addensa e libera."



Magda Terrevoli

Vi invitiamo a un incontro con Magda Terrevoli, un aperitivo a base di pane fresco di Puglia, in tutte le sue declinazioni, per discutere con Magda di donne, politica e territorio. Il primo di tanti appuntamenti mensili che iniziano domenica al 2a Classe e che seguiranno anche dopo la campagna elettorale a Bari e negli altri comuni di Puglia.

domenica 21 marzo 2010 alle 11.00
2a Classe
Estramurale Capruzzi 15/g - Bari

lunedì 8 marzo 2010

Dal desiderio alla partecipazione
La ricerca di Labodif sulla capacità di desiderare delle donne pugliesi è un progetto che ci riflette e ci fa riflettere
Ci sentiamo legate a filo doppio al senso di questa ricerca, perché esiste un nesso molto forte e stretto tra il nostro gruppo e la capacità di desiderio delle donne vista con uno sguardo attento alle differenze di genere. Differenze intese non come contrapposizione o rivendicazione del genere femminile su quello maschile, ma come scelta di un punto di vista “non neutro”. Potremmo dire che l’esperienza del nostro gruppo rappresenta la carne, i volti, le voci che stanno dietro quei numeri, e che i dati emersi dalla ricerca sono sì sorprendenti ma in qualche modo per noi familiari e già assimilati.
In una storia recente, spesso fatta di isolamento dalla vita cittadina, di senso di delusione e impotenza rispetto ai meccanismi che governano e amministrano la cosa pubblica, abbiamo intercettato invece un desiderio latente, ma forte, da parte delle donne di tornare a partecipare in prima persona alla vita pubblica, e di costruire insieme un modo nuovo per rendere questa partecipazione effettiva ed efficace. Riconosciamo la percentuale di donne “intermittenti”, più elevata in Puglia rispetto al resto d’Italia, in quel grandissimo potenziale di donne che desiderano essere protagoniste di un cambiamento sociale, ma che aspettano l’occasione per poterlo mettere in atto. Su vari livelli e da più parti, dalle associazioni, dai partiti, dal mondo della scuola, delle professioni, del sociale, sappiamo bene che esiste nelle donne la voglia di rimettersi in movimento e di spendersi in prima persona per cambiare il luogo, reale e simbolico, in cui viviamo.
La ricerca di Labodif evidenzia anche che un numero cospicuo di donne pugliesi convoglia le proprie energie e la propria capacità trasformativa molto più nella sfera del vissuto personale che in quella sociale. È un dato che pone molte domande, che interroga tutti i soggetti della vita pubblica, e che di sicuro ha forti radici culturali. Noi crediamo sia lo specchio di una cittadinanza spesso negata o, in maniera più sottile, agita in maniera “indifferenziata”, di una democrazia che arranca intorno al principio di neutralità, escludendo di fatto (e quindi non riconoscendo) le differenze. Non è un caso che la presenza delle donne nei luoghi istituzionali si riduca sempre più. E non è un caso che uno dei momenti di forte riconnessione delle donne in questa città sia stato proprio quello della riflessione e dell’azione che abbiamo portato avanti subito dopo le elezioni amministrative dello scorso anno, quando la totale mancanza delle donne in ruoli di gestione, di amministrazione, di governo, ha segnato un momento critico di reale emergenza democratica. Di fronte a un vuoto di cittadinanza, e quindi di democrazia, moltissime donne si sono accese, e hanno incominciato a lavorare per rendere visibile nella città il punto di vista di genere. Ma soprattutto lavorano, e lavoriamo, a forme di partecipazione differenti, nuove, forse le uniche possibili a ridare senso alla parola “politica”. Pratiche lontane dal protagonismo, dal verticismo, dal decisionismo, dall’individualismo e da tutti gli altri “ismi” di una visione politica decadente, autoreferenziale, lontana dai desideri e dalla capacità di seguirli. Pratiche più vicine invece all’idea di rete, di relazione, di interscambio delle competenze, e soprattutto di decisioni condivise.
Per questi motivi, noi crediamo ancora che il desiderio si possa trasformare in agire partecipativo, e che questo possa avvenire solo attraverso la condivisione e l’aggregazione, così che i desideri non rimangano solitudini silenziose e vissuti individuali, come troppo spesso accade, soprattutto per i desideri delle donne. Per questi motivi vorremmo continuare a condividere i nostri desideri, perché sia possibile per tutte e per tutti vedere al di là dei propri vissuti, non accontentarsi di coni d’ombra in cui difendere gelosamente le proprie identità, ma portare alla luce ciò che si è e ciò in cui si crede, nel pieno rispetto delle differenze, e ridare senso alla collettività partendo dal “noi”.

mercoledì 3 marzo 2010

HO UN SORRISO ATTACCATO AL GINOCCHIO

Numeri e volti intorno al tema del desiderio

Lunetta Savino, Gianna Mazzini e Giovanna Galletti

sabato 6 marzo alle 18.30 - Teatro Margherita, Bari



Labodif, primo istituto di ricerca specializzato nel leggere la realtà dal punto di vista della differenza di genere, ha realizzato una ricerca fortemente innovativa per conto della Regione Puglia.
La ricerca ha indagato la capacità di desiderare delle donne pugliesi dai 18 ai 60 anni, sia nella dimensione personale che nella dimensione sociale.
Ne sono emersi 4 modi di desiderare identificabili in funzione dell’indice Labodif IES:

LE “SPENTE”
Donne tendenzialmente incapaci di far emergere un desiderio proprio, che si muovono secondo schemi consolidati e vivono in ossequio alle norme del gruppo.
Convinte che il loro destino sia influenzato da fattori esterni che tendenzialmente subiscono e sui quali agiscono in minima parte per dare vita ad aspirazioni, desideri e sogni.

LE “IN STAND BY”
Vorrebbero ‘ma’. Manifestano malcontento senza un orientamento preciso. Il loro stato di disagio non si traduce in azione. Si sentono coinvolte solo se mosse da stimoli esterni. Percepiscono possibile il cambiamento ma ‘altrove’ e non se ne sentono possibili autrici.

LE “INTERMITTENTI”
Curiose, discontinue. Il disagio le spinge all’azione. Desiderano ma hanno bisogno di qualcuno che dica loro che ‘si può’. A volte si scoraggiano di fronte agli ostacoli ma si riaccendono quando qualcuno o qualcosa rianima i loro desideri. Cercano, vorrebbero, e, ogni tanto, riescono.

LE “ACCESE”
Sanno che le cose si cambiano a partire da sé. Agiscono in questa direzione e hanno il potere di trascinare gli altri nel proprio orizzonte. Sentono di poter governare gli eventi e orientare la propria vita. Sono carismatiche e portatrici di nuovo. Credono nella possibilità di cambiare la realtà che le circonda, cioè il mondo.

Norm
almente una ricerca è destinata agli addetti ai lavori e raramente è in grado di parlare anche alle persone di cui si è occupata. Il desiderio che muove questa iniziativa è proprio questo: far arrivare i risultati della ricerca al maggior numero di persone possibile.
Labodif non si limita ad indagare i fenomeni ma desidera modificare la realtà a partire da quei fenomeni. Fondatrici di Labodif sono Giovanna Galletti, economista e Gianna Mazzini, regista, entrambe esponenti del pensiero della differenza.
Con loro l’attrice Lunetta Savino, per raccontare attraverso alcune letture, le “spente”, le “in stand by”, le “intermittenti” e le “accese” e per far cominciare una riflessione sui dati e su come si possa modificare la realtà emersa.
Verrà anche proiettato il film breve (20’) “Ho un sorriso attaccato al ginocchio”, girato per l’occasione da Gianna Mazzini sul tema del desiderio.Luogo scelto il Teatro Margherita, spazio fortemente simbolico all’interno della città: perché è un teatro sventrato, un eterno cantiere fra terra e mare, con una ricchezza e una nudità che lo rendono luogo adatto a rappresentare il desiderio nella sua essenza. Perché il desiderio è l’energia che muove a riempire lo spazio tra dove si è e dove si vorrebbe essere, andare.

L’iniziativa ha ricevuto la collaborazione dell’Associazione Un desiderio in Comune.