lunedì 8 marzo 2010

Dal desiderio alla partecipazione
La ricerca di Labodif sulla capacità di desiderare delle donne pugliesi è un progetto che ci riflette e ci fa riflettere
Ci sentiamo legate a filo doppio al senso di questa ricerca, perché esiste un nesso molto forte e stretto tra il nostro gruppo e la capacità di desiderio delle donne vista con uno sguardo attento alle differenze di genere. Differenze intese non come contrapposizione o rivendicazione del genere femminile su quello maschile, ma come scelta di un punto di vista “non neutro”. Potremmo dire che l’esperienza del nostro gruppo rappresenta la carne, i volti, le voci che stanno dietro quei numeri, e che i dati emersi dalla ricerca sono sì sorprendenti ma in qualche modo per noi familiari e già assimilati.
In una storia recente, spesso fatta di isolamento dalla vita cittadina, di senso di delusione e impotenza rispetto ai meccanismi che governano e amministrano la cosa pubblica, abbiamo intercettato invece un desiderio latente, ma forte, da parte delle donne di tornare a partecipare in prima persona alla vita pubblica, e di costruire insieme un modo nuovo per rendere questa partecipazione effettiva ed efficace. Riconosciamo la percentuale di donne “intermittenti”, più elevata in Puglia rispetto al resto d’Italia, in quel grandissimo potenziale di donne che desiderano essere protagoniste di un cambiamento sociale, ma che aspettano l’occasione per poterlo mettere in atto. Su vari livelli e da più parti, dalle associazioni, dai partiti, dal mondo della scuola, delle professioni, del sociale, sappiamo bene che esiste nelle donne la voglia di rimettersi in movimento e di spendersi in prima persona per cambiare il luogo, reale e simbolico, in cui viviamo.
La ricerca di Labodif evidenzia anche che un numero cospicuo di donne pugliesi convoglia le proprie energie e la propria capacità trasformativa molto più nella sfera del vissuto personale che in quella sociale. È un dato che pone molte domande, che interroga tutti i soggetti della vita pubblica, e che di sicuro ha forti radici culturali. Noi crediamo sia lo specchio di una cittadinanza spesso negata o, in maniera più sottile, agita in maniera “indifferenziata”, di una democrazia che arranca intorno al principio di neutralità, escludendo di fatto (e quindi non riconoscendo) le differenze. Non è un caso che la presenza delle donne nei luoghi istituzionali si riduca sempre più. E non è un caso che uno dei momenti di forte riconnessione delle donne in questa città sia stato proprio quello della riflessione e dell’azione che abbiamo portato avanti subito dopo le elezioni amministrative dello scorso anno, quando la totale mancanza delle donne in ruoli di gestione, di amministrazione, di governo, ha segnato un momento critico di reale emergenza democratica. Di fronte a un vuoto di cittadinanza, e quindi di democrazia, moltissime donne si sono accese, e hanno incominciato a lavorare per rendere visibile nella città il punto di vista di genere. Ma soprattutto lavorano, e lavoriamo, a forme di partecipazione differenti, nuove, forse le uniche possibili a ridare senso alla parola “politica”. Pratiche lontane dal protagonismo, dal verticismo, dal decisionismo, dall’individualismo e da tutti gli altri “ismi” di una visione politica decadente, autoreferenziale, lontana dai desideri e dalla capacità di seguirli. Pratiche più vicine invece all’idea di rete, di relazione, di interscambio delle competenze, e soprattutto di decisioni condivise.
Per questi motivi, noi crediamo ancora che il desiderio si possa trasformare in agire partecipativo, e che questo possa avvenire solo attraverso la condivisione e l’aggregazione, così che i desideri non rimangano solitudini silenziose e vissuti individuali, come troppo spesso accade, soprattutto per i desideri delle donne. Per questi motivi vorremmo continuare a condividere i nostri desideri, perché sia possibile per tutte e per tutti vedere al di là dei propri vissuti, non accontentarsi di coni d’ombra in cui difendere gelosamente le proprie identità, ma portare alla luce ciò che si è e ciò in cui si crede, nel pieno rispetto delle differenze, e ridare senso alla collettività partendo dal “noi”.

Nessun commento:

Posta un commento