martedì 12 maggio 2009

Che GENERE di “Sinistra per Bari”?


Proposta di “Lottononsoloamarzo” per un’Officina Permanente delle Donne di Sinistra

Negli ultimi tre anni ci siamo ri-trovate con l’urgenza di riprendere parola, come accadeva in molte altre città, consapevoli che il nostro silenzio rispetto alle derive oscurantiste di una politica sempre più attiva nel ridurre il diritto all’autodeterminazione delle donne sarebbe divenuto assenso.
A partire da percorsi diversi, rappresentativi della grande pluralità del pensiero e del movimento femminista, abbiamo riavviato quella pratica di relazione che, nella storia delle donne, ha consentito di trarre forza ed individuare strumenti di re-esistenza anche quando il disegno complessivo tenta di cancellare le nostre soggettività.
Abbiamo di fatto costruito con le donne di “Lottononsoloamarzo” uno spazio collettivo in cui discutere e condividere possibili letture dell’esistente e forme di azione politica comune.
E’ da questa pratica della relazione che nasce il desiderio di occupare lo spazio politico delle prossime elezioni amministrative segnando con una prospettiva di genere la proposta di programma della “Sinistra per Bari”, dando così senso e direzione alla nostra presenza nelle liste.
Quello che ci interessa è:
• autorappresentarci , senza lasciare ad altri la delega sulle nostre vite
• ridurre la distanza tra la politica, con il suo linguaggio neutro e l’esperienza delle donne ;
• andare “oltre” la rivendicazione di pari opportunità per rendere visibile il valore delle nostre differenze (di genere, di orientamento sessuale, etniche, anagrafiche, economiche…), oltre lo schema di una democrazia “indifferente”.

La relazione con le altre donne, in particolare, rappresenta per noi un valore ed un obiettivo politico e, guardando alle differenze come opportunità, immaginiamo di promuovere tra tutte le donne interessate un “laboratorio” di possibili contaminazioni reciproche, una officina di idee e di forza comune che guardi oltre la contingenza della campagna elettorale.
Si tratta, a nostro avviso, di un’altra operazione di “tessitura” necessaria, anche perché, citando le conclusioni dell’assemblea femminista dei FLAT, “Non è possibile riferire, nemmeno sinteticamente, la varietà dei punti di vista e delle esperienze che si confrontano. Minimo comune denominatore di posizioni diverse, e non tutte reciprocamente decodificate, la convinzione che al femminismo tocchi assumersi inedite responsabilità di fronte alla crisi della politica…”.

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