lunedì 11 maggio 2009

Carmela Cecca


Sono nata il 6 agosto del 1971 a Bari. Conseguita la maturità classica al liceo “Socrate”, mi sono poi laureata in Giurisprudenza con 110 e lode presso l’Università di Bari. Dopo gli anni necessari allo svolgimento della pratica forense, ho superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Avvocato, con iscrizione all’albo a partire dal 2002. Ho svolto la professione di avvocato, in materia civile, di diritto di famiglia e delle società, muovendo i primi passi, in una situazione certamente non stabile dal punto di vista lavorativo, presso uno studio legale per tre anni.
Intanto nel 2001 conseguivo l’abilitazione all’insegnamento nelle discipline giuridico-economiche con il concorso a cattedre. Nel 2005, certa di avere maggiori possibilità, decidevo di spostare la mia domanda per le supplenze presso il Provveditorato agli Studi di Torino. A questo punto la mia vita ha subito certamente una svolta, il cui valore, positivo o negativo che sia, ancora oggi mi sfugge, vista la situazione in cui versa attualmente l’istruzione pubblica (!). E’ certo che lo sradicamento dai propri affetti, dalle proprie abitudini, dalla propria cultura è sempre una scelta dolorosa. Ho lì prestato servizio per lo Stato Italiano, credendo nel mio ruolo di insegnante, per qualche anno della mia vita finché, con la prospettiva delle 150.000 assunzioni programmate dal governo Prodi, ho deciso di ritornare nella mia città. Non potevo immaginare che quel piano sarebbe stato interamente azzerato dal governo Berlusconi.
Ho in seguito conseguito il titolo di specializzazione per il sostegno agli alunni diversamente abili, un master di 1° livello, un corso di specializzazione triennale in “Diritto dell’Economia Urbana”.
Come tanti precari ho accumulato titoli. Ho fatto quanto richiesto dalla tanto decantata “meritocrazia”, eppure non ho ancora un lavoro stabile, ciò dimostra quanto essa sia solo, per questo governo, una strumentale propaganda.
Oggi la situazione dell’istruzione pubblica è a dir poco precipitata, vista la pesantissima situazione dei tagli previsti nei territori del Sud ed in particolare nella provincia di Bari.
A tutto questo si aggiunge che non c’è più nemmeno la possibilità di poter “ritentare la fortuna” al Nord, da quando il Governo, sulle spinte della Lega, ha tolto agli insegnanti precari la possibilità di trasferirsi nelle graduatorie di un’altra provincia. E’ paradossale che si possa “circolare” in Europa ma non all’interno del territorio nazionale.
LA REAZIONE A QUESTO GRAVE STATO DELLE COSE RAPPRESENTA LA SPINTA MOTIVAZIONALE DELLA MIA CANDIDATURA.
Sono una tra i 10.000 insegnanti vincitori di almeno un concorso che attendono nelle graduatorie di Bari, una tra le tante… con la passione per l’insegnamento.

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